L’inclusione sociale attraverso il design

Nicola Rabbi
3 min readJan 27, 2021

Un percorso professionale di alto profilo per persone con deficit uditivo

Di solito quando si parla di lavoro e persone con disabilità si pensa immediatamente a un tipo di lavoro con un basso profilo professionale, come se non fosse possibile coniugare le due cose in modo diverso. Ma una persona con disabilità che ha un alto titolo di studio può aspirare legittimamente anche a lavori qualificati, così come un’opportuna formazione può portare delle persone con deficit uditivo a diventare degli artigiani di alto livello che creano oggetti di design di uso quotidiano.

È quanto ha cercato di fare il progetto “Design For All” cofinanziato dalla Presidenza dei Ministri Dipartimento Pari opportunità e che ha visto coinvolti le associazioni T12-lab e Paper Lab, la cooperativa Accaparlante, il Pio Istituto dei Sordi di Milano e il Centro Itard, in un lungo percorso di formazione professionale che ha voluto formare delle persone con difficoltà all’udito — alcune anche di provenienza estera — per farle diventare degli artigiani che attraverso il riciclo di materiale propongono sul mercato oggetti di design di qualità. Accanto all’aspetto dell’inclusione sociale, poi, questo progetto pone al centro anche il tema ecologico e della sostenibilità ambientale del proprio lavoro.

Comunicare il proprio prodotto

“Il nostro laboratorio di design è iniziato con una serie di lezioni teoriche — spiega Elisabetta Bianchessi architetto e responsabile de T12-lab — Siamo partiti da materiali di scarto che ci sono stati donati da aziende che lavorano nel campo e abbiamo cominciato a immaginare che cosa potessero diventare e quindi trasformarli in oggetti di design da vendere sul mercato”.

La formazione all’essere imprenditori di se stessi è un altro elemento che caratterizza questo percorso che si è sviluppato anche in una serie di seminari organizzati dal Centro Itard in collaborazione con Accaparlante e Pio Istituto dei Sordi, finalizzati a rafforzare attitudini e competenze per essere intraprendenti, lavorare in team e sviluppare opportunità di auto imprenditorialità nel settore delle imprese culturali creative e dell’artigianato.

Accanto al momento creativo e più produttivo si è pensato anche a come comunicare per vendere le cose che si stavano facendo e, in questo caso, è stato fondamentale il contributo di Paper Lab che ha formato gli allievi a confezionare un portfolio su carta, realizzare un biglietto da visita…

L’importanza delle relazioni

La tecnica professionale da sola però non basta, soprattutto quando si parla di persone con disabilità, perché sorgono barriere di tipo relazionale. Ecco allora che diventa importante creare un clima di fiducia in un gruppo che lavora assieme, dove la diversità non diventa un ostacolo ma una risorsa di cui tenere conto.
Alla fine del percorso gli allievi hanno creato una decina di oggetti di design che sono dei prototipi da proporre a delle aziende esterne ma anche attraverso la vendita diretta su internet.

Ma in cosa consistono questi prodotti? Spiega Marta, allieva del corso: “Abbiamo deciso di creare dei contenitori per il cibo, un contenitore chiamato ‘tra le dita’ o ’stuzzicante’ o ‘stuzzi stuzzi’, in pratica un contenitore per raccogliere il cibo durante una festa, un happy hour, un aperitivo, un contenitore da mettere tra le dita, costruito con una forma un dinamica che segue quella della mano”.

”Abbiamo pensato a dei prodotti non usa e getta — aggiunge Stefano, un altro allievo — ma un prodotto che rimane e puoi riutilizzarlo, quindi l’obiettivo era di usare materiali diversi, biodegradabili. Ad esempio un contenitore di legno lavorato, molto bello da vedere, anche a livello tattile, da toccare. Un piccolo contenitore per la vita quotidiana, per diversi usi, dove metterci le chiavi quando rientri a casa, le monete, le caramelle oppure oggetti di piccola cartoleria”.

Le altre testimonianze

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