Semplicemente

Una scrittura facile da leggere, perché tutti possano essere cittadini e possano partecipare

Ma a chi serve la scrittura controllata?

Non sono solo le persone con un deficit intellettivo che possono avere dei problemi a comprendere un testo scritto sui quotidiani e sui mezzi di informazione in generale; non sono solo le persone dislessiche o con patologie dello sviluppo che possono perdersi nel tentativo di comprendere il significato di un avviso comunale o nel compilare un modulo per ottenere una prestazione sanitaria. La difficoltà di lettura riguarda un numero ben più alto di cittadini e comprende le persone immigrate in Italia che non conoscono bene la lingua, le persone con un titolo di studio basso o che magari hanno anche il diploma ma che poi “si lasciano andare” dal punto di vista culturale, comprende infine molte persone anziane che mal si adattano ai cambiamenti e che non sanno più far fronte alle nuove richieste sociali (formulari da compilare on line ad esempio).
Se ragioniamo in questo modo le semplici statistiche sugli indici di analfabetismo in Italia non bastano più a dare spiegazioni, né a rincuorarci visto il loro andamento positivo. Dati alla mano, si è passati dal 1861 con il 77% della popolazione analfabeta all’1% del 2011 (nel 1990 erano il 2,9% della popolazione): ma cosa si nasconde dietro a questa cifra?
Tullio de Mauro, il più noto linguista italiano da poco deceduto (è stato ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Amato II dal 2000 al 2001), in un incontro pubblico svoltosi nel 2011 ha affermato che il 71% della popolazione italiana si trova al di sotto del livello minimo di comprensione nella lettura di un testo di media difficoltà. Solo il 20% invece possiede le competenze minime “per orientarsi e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana”.
David Bidussa, storico e giornalista, commentando i dati sul livello di istruzione degli italiani, afferma che “Il 38% dei nostri cittadini è fuori dalla Costituzione che prevede l’obbligo del possesso di almeno otto anni di scolarità”. In effetto le cifre ci dicono che sono 17 milioni gli italiani che hanno solo la licenza media, mentre 23 milioni sono privi del tutto di un titolo di studio o possiedono la licenza elementare.

L’esperienza della rivista “dueparole”

La cultura degli italiani e la scrittura controllata

“Informazione Facile”… l’unica in Italia

Pathways II: leggere, ascoltare, vedere e… comprendere ogni informazione

“Il linguaggio facile da leggere va bene per tutti e non fa male a nessuno”, così recita lo slogan di questo progetto europeo che ha portato alla produzione di una serie di guide rivolte ad insegnanti, formatori, disabili. Il loro obiettivo è assicurare, attraverso la formazione permanente, la piena partecipazione delle persone con deficit intellettivi.Abbiamo intervistato Maria Cristina Schiratti (Presidente Anffas Onlus Udine)e Roberta Speziale (Responsabile area comunicazione e politiche sociali Anffas Onlus), formatrici nazionali del progetto.

My opinion My vote: la comunicazione politica accessibile a tutti

Riscrivere i testi dei programmi dei gruppi politici europei con una scrittura facile da leggere perché tutte le persone disabili possano partecipare: è questo lo scopo del progetto europeo rivolto allo 0,1 % dei cittadini europei con disabilità intellettiva. Ne parliamo con Anna Contardi, responsabile del progetto per conto dell’AIPD.

Che cos’è il progetto My opinion My vote?
M.O.TE — “My Opinion My Vote” è un progetto multilaterale, finanziato dalla Commissione Europea — Direzione Generale per l’Educazione, la Cultura e gli Audiovisivi — Programma di educazione permanente — Sottoprogramma Grundtvig realizzato dall’Associazione Italiana Persone Down (AIPD) in partenariato con associazioni ed enti di Danimarca, Spagna, Irlanda, Malta e Ungheria. Lo scopo del progetto è sostenere le persone con disabilità intellettiva a essere cittadini attivi, anche attraverso il voto. Lo 0,1% dei cittadini europei ha una disabilità intellettiva. La maggior parte delle persone con disabilità intellettiva non prende parte come elettore alla vita politica, di conseguenza non esercita il suo diritto di voto. Tale situazione può essere dovuta alla mancanza di:

  • Consapevolezza ed educazione delle persone con disabilità intellettiva
  • Consapevolezza da parte dei familiari e operatori
  • Facilitazioni da parte delle autorità pubbliche.
  • un’attività di ricerca per esaminare la diffusione dell’esercizio dei diritti politici nei sei stati rappresentati nel progetto. Sondare la auto-percezione di “cittadini” europei/nazionali/locali nelle persone con disabilità intellettiva ed individuare esempi di “buona pratica” in questo campo già sperimentati anche con altri gruppi di riferimento
  • Progetto, sviluppo e verifica (con la collaborazione di un gruppo pilota europeo e gruppi di sperimentazione nazionali) di un programma educativo (con persone con disabilità intellettiva ed operatori) consistente in due moduli contenenti dieci unità didattiche
  • 2 campagne di sensibilizzazione rivolte alle persone con disabilità intellettiva, agli operatori, ai responsabili del settore e ai partiti politici.
  • Le parole: si utilizza un lessico comune, attingendo il più possibile dal vocabolario di base, cioè l’insieme minimo di parole che garantisce la possibilità di comunicare; di fronte ad una coppia di sinonimi si sceglie quello meno forbito (ad es. “andare” piuttosto che “ recarsi”); si preferiscono le parole concrete alle espressioni astratte (meglio “impiegati” che “risorse umane”); non usa possibilmente acronimi o abbreviazioni; si limita l’uso di termini tecnico-specialistici e si spiegano con parole semplici quelli di cui non si può fare a meno
  • Le frasi: si dà una struttura semplice: soggetto, verbo, complemento; si prediligono le frasi brevi (max 20–25 parole) e non si dice con molte parole ciò che si può dire con una (invece di “alla luce di tutto ciò” basta “quindi”); non si mettono troppe informazioni in un’unica frase; si legano le frasi con rapporti di coordinazione piuttosto che di subordinazione; si predilige la forma attiva a quella passiva, quella affermativa a quella negativa, l’indicativo al congiuntivo, i verbi ai sostantivi corrispondenti
  • Il testo: le informazioni non vengono presentate in ordine casuale, ma secondo un criterio logico o cronologico che aiuti a seguire il filo del discorso; l’informazione principale precede di solito i dettagli, le conclusioni sono fornite prima delle motivazioni; il testo è frammentato in paragrafi (titolo, sottotitoli, parole evidenziate orientano il lettore); si usano elenchi numerati o puntati per ordinare le informazioni; si usano congiunzioni e avverbi che esplicitano i rapporti tra i vari concetti; si utilizzano esempi e riassunti
  • L’aspetto del testo: la ricerca ha evidenziato anche alcune caratteristiche della grafica dei documenti che ne favorisce la leggibilità: caratteri grandi, almeno corpo 12; caratteri con grazie come il Times new roman sono più leggibili ad esempio dell’Arial perché le grazie guidano lo sguardo; meglio l’allineamento a sinistra che il testo giustificato; le varie parti del testo sono separate da spazi bianchi che fanno respirare pagina e lettore; tabelle e grafici favoriscono la comprensione; uno stile sobrio senza eccesso delle varie forme di messa in rilievo offerte dalla videoscrittura; mai troppi colori; coerenza delle scelte grafiche nell’intero documento.

“Laboratori per le autonomie”

Intervista ad Anna Contardi, condirettore dell’iniziativa pubblicata dalle edizioni Erickson

Che storia! La storia italiana raccontata in modo semplice e chiaro

Selkosanomat: messaggi chiari

In Finlandia esiste un bisettimanale di facile lettura finanziato in parte direttamente dal Governo. L’attenzione per la scrittura chiara porta a redarre delle news che si basano su criteri non solo giornalistici, ma che, oltre al criterio della novità, dedicano più spazio alle spiegazioni. Il diritto di tutti i cittadini ad essere informati.
di Leealaura Leskelä (Responsabile de The Plain Language Centre di Helsinki)

Wablieft: può ripetere per favore?

Anche l’esperienza belga- fiamminga nasce dall’esigenza di alcuni insegnati di trovare testi leggibili per adulti in difficoltà, ma poi l’iniziativa si espande e ora coinvolge un pubblico molto variegato. Due le versioni del giornale, una più semplice dell’altra.
di Ilona Plichart (Coordinatrice Wablieft — Centrum voor Duidelijke Taal)

8sidor: otto pagine per raccontare il mondo

Il settimanale svedese viene finanziato per il 50% da dal Ministero della Cultura e da quello dell’Educazione e il resto lo raccolgono con gli abbonamenti. La redazione si rivolge a circa il 25% della popolazione e vuole sviluppare sempre di più la loro piattaforma sul web.

Ligetil, semplicemente un servizio pubblico

In Danimarca esiste un servizio di informazione on line che realizza notizie facili da leggere cinque giorni su sette, il servizio fa parte addirittura dell’emittente radiofonica pubblica.

Easy-Read-Online

L’esperienza inglese si basa soprattutto sull’attività instancabile di Martin Dobson che ha come obiettivo quello di garantire la libera espressione a chi è in condizione di difficoltà. Per farlo usa la scrittura controllata, ma anche i video e punta molto sul buon uso di internet.

Bibliografia

Tullio De Mauro, Guida all’uso delle parole, Roma, Editori Riuniti, Libri di Base, 2004 (XII edizione)

Sitografia

chiaro&semplice
Comunicazione pubblica, scrittura, leggibilità e comprensibilità dei testi scritti; testi di facile lettura; tecniche di scrittura controllata; manuali di stile; corsi di lingua italiana… il blog di Emanuela Piemontese

--

--

journalist expert in social issues http://nicolarabbi.wordpress.com http://www.bandieragialla.it http://www.aifo.it http://www.accaparlante.it

Get the Medium app

A button that says 'Download on the App Store', and if clicked it will lead you to the iOS App store
A button that says 'Get it on, Google Play', and if clicked it will lead you to the Google Play store